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Storicamente l'eugenetica è stata inventata da Platone (Pol. 458 segg.). Il Cristianesimo medioevale, dando per scontata la degenerazione umana dal peccato originale e l'intrinseca negatività dell'atto sessuale, lascia alla sfera ultraterrena ogni possibilità di "miglioramento". Nel rinascimento Campanella, nella prospettiva utopica della “Città del sole” sostiene l'opportunità di combinare i matrimoni e controllare la vita sessuale dei cittadini. Tra Settecento e Ottocento si afferma la frenologia, disciplina che sosteneva di riuscire ad individuare dalla forma del cranio le tendenze psicologiche delle persone, in primis la propensione a devianza e criminalità. Successivamente, Herbert Spencer prese a prestito i concetti chiave dell'evoluzione darwiniana e li applicò alle scienze sociali, sostenendo l'opportunità e la necessità delle differenze sociali allo scopo di assecondare il naturale processo di selezione dei più adatti.
Negli anni sessanta dell'Ottocento l'eugenetica venne portata in auge da Francis Galton (cugino di Charles Darwin) che teorizzò il miglioramento progressivo della razza secondo criteri analoghi a quelli dell'evoluzione biologica. Sosteneva necessario un intervento delle istituzioni per questo fine, mediante l'incrocio selettivo degli adatti. Galton ideò anche il termine, traendolo dal greco classico. Specialmente in Inghilterra ed in Germania, questa teoria ebbe grande successo, grazie anche alla forte impostazione positivista della scienza e all'ideale imperante di progresso della civiltà. Ad inizio Novecento, anche grazie all'impegno di soggetti come la Fondazione Rockefeller e la Massoneria di Rito Scozzese, l'Inghilterra divenne il centro della diffusione delle teorie eugenetiche. Nel 1912 si tiene a Londra il primo congresso internazionale, con la presenza di una folta delegazione di "scienziati" italiani, ispirati anche dalle teorie degenerazioniste di Cesare Lombroso.
occidentale e del nord America vennero applicati provvedimenti di vario tipo di carattere eugenetico a partire da inizio Novecento. I programmi eugenetici più efferati sono stati applicati dalla Germania nazista, ampiamente trattati nella voce Aktion T4.

Alcuni stati si sono distinti per un maggior impegno in tal senso, con una legislazione eugenetica non solo positiva, mirante cioè a indirizzare le scelte riproduttive, ma anche negativa, ovvero la rimozione forzata di caratteri considerati negativi. Ecco le stime riguardanti i casi di sterilizzazioni[1]:

* Germania: 1933-1941: oltre 400.000
* Stati Uniti: 1899-1979: circa 65.000
* Svezia: 1934-1976: 62.888
* Finlandia: 1935-1970: 58.000
* Norvegia: 1934-1977: 40.891
* Danimarca: 1929-1967: 11.000
* Canada: 1928-1972: circa 3.000
* Svizzera: 1928-1985: meno di 1.000

Le leggi eugenetiche furono votate pressoché ovunque a stragrande maggioranza. Le forze politiche di ogni orientamento furono concordi sull'utilità delle pratiche di sterilizzazione, per miglioramento della razza, o per motivi demografici ed economici. In particolare in Svezia e Finlandia la gestione del welfare state portò a scegliere interventi di questo tipo per ridurre il carico degli assegni di maternità. Negli Stati uniti ad essere sterilizzati erano coloro che venivano dichiarati deboli di mente, pazzi, idioti, imbecilli, criminali-nati, o addirittura epilettici, persone moralmente degenerate o sessualmente pervertite.

Oltre alle sterilizzazioni vi erano le politiche che miravano a favorire la riproduzione tra soggetti "adeguati", ad esempio il divieto di matrimonio tra "adatti" e "inadatti". Misure eugenetiche positive più o meno blande sono state prese pressoché ovunque. Negli Stati Uniti, la violazione delle regole sul matrimonio era punita con fino a 10 anni di reclusione.

it.wikipedia.org/wiki/Eugenetica
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