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Quando si sentono notizie di delitti efferati viene spontaneo di desiderare sofferenze o anche la morte di chi li ha commessi.In effetti,nonostante il cambiamento nei secoli delle leggi giudiziarie,la legge del taglione è ancora insita nell'uomo e il desiderio di vendetta è ancora forte.La vendetta consistente nella pena massima per il colpevole diventa un lenitivo per chi ha subito il male o per i parenti delle vittime che comunque non avranno più i propri cari.Indubbiamente la pena per chi commette il male è giusta.La reclusione è una sicurezza per gli altri e deve essere anche PIU' DURATURA di quanto non lo sia troppe volte.L'impossibilità di delinquere ma,soprattutto l'esclusione dalla società,è una pena che il colpevole deve scontare(anche tutta la vita se è recidivo)Per quanto riguarda la pena di morte il discorso è diverso.Ritengo che nessun essere umano possa decidere sulla vita di un altro essere umano; la giustizia umana può sbagliare e la pena di morte non è un esempio per eliminare la delinquenza(basti pensare alla delinquenza sempre in crescita anche in quegli Stati dove c'è la pena di morte).Inoltre facendo morire il reo gli si preclude ogni via di riscatto.Potrebbe essere che la persona si penta di ciò che ha fatto, cambi atteggiamento e magari,dopo la prigione,diventi una persona onesta capace di dare un buon contributo alla sua vita e a quella degli altri.Può darsi che molti dei colpevoli non si ravvedano come può darsi che alcuni diventino meglio di altri:questo chi lo può sapere?