00 10/02/2009 11:05
io interpretai il "fallimento" di Zarathustra nella ricerca del superuomo come una metafora dell'impossibilità di applicare le regole dell'essere al principio stesso del divenire.
in una frase "l'uomo superiore esisterà solo fin quando lo cercherai, e smetterà di esistere non appena ti aspetterai di trovarlo".
l'uomo superiore è l'uomo "presente", cosciente.
in ogni istante il mondo ci costringe ad "essere" qualcosa.
ogni cosa reale (moto della coscienza) tende contiunuamente a congelarsi in una cosa virtuale (pensiero, immagine, parola, ricordo...).
La vita di ognuno di noi è come una continua discesa verso la mucca pezzata (la città degli uomini), il luogo in cui si smette di cercare e si annega nel mare immoto dell'essere.
la coscienza è come un frattale: ti regala un'immagine di se sempre completa ma mai totale.
e forse Zarathustra cercava solo un amico, che non fosse ossessionato dall'idea di essere qualcuno.
naturalmente opinioni personali.
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