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5 DICEMBRE AL REWILD DI ROMA (ZONA GARBATELLA)

Ultimo Aggiornamento: 12/11/2009 18:49
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12/11/2009 18:49
 
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serata dedicata agli orsi della Luna
5 DICEMBRE AL
REWILD DI ROMA (ZONA GARBATELLA - www.rewild.it )

CI SARA' UNA SERATA DEDICATA AGLI ORSI DELLA LUNA.



ECCO IL PROGRAMMA:
ORE 17.00 APERTURA CON MOSTRA FOTOGRAFICA
ORE 20.00 CENA VEGAN
ORE 22.00 INIZIO CONCERTI CON:


- Vortice Cremisi ( www.myspace.com/vorticecremisi )
- Davide Di Mieri ( www.myspace.com/davidedimieri )
- Amikristi and the Bad Sisters ( www.myspace.com/amikristiandthebadsisters )

Ingresso concerti: 5 euro


Tutto il ricavato della serata, andrà all'associazione
Animal Asia Foundation e verrà usato per adottare
uno o più Orsi della Luna

IMPORTANTE: Alla serata sarà presente anche la sezione Romana di Animal Asia Foundation...

www.animalsasia.org
__________________________________________________

GLI ORSI DELLA LUNA

GLI INIZI
Quando Jill Robinson scoprì l’esistenza di orsi tenuti in disperate condizioni presso una fattoria in Cina, le immagini di quegli orsi meravigliosi impossibilitati a muoversi all’interno di minuscole gabbie fecero il giro del mondo attraverso la televisione e la stampa internazionale. Erano chiaramente visibili i cateteri, sporchi ed infettati che uscivano dall’addome degli orsi, attraverso i quali la bile veniva estratta per essere adoperata per gli scopi della Medicina Tradizionale.

Nel 1995, il Ministero del Dipartimento Forestale di Guangdong chiuse quella fattoria denunciata e consegnò gli orsi a Jill e al team di salvataggio AAF. Seguirono chirurgia e riabilitazione e nel dicembre del 1996, sette di questi orsi vennero liberati in un santuario di Pan Yu. Oggi, cinque di loro sono sopravvissuti e al sicuro, contenti e liberi.

Tra il 1997 e 1998, si sono susseguite intense negoziazioni con le autorità cinesi ed abbiamo continuato a promuovere prodotti alternativi alla bile, in particolare preparati erboristici, nei diversi impieghi della medicina tradizionale.

Nel 1999, i ricercatori di AAF hanno accettato un invito delle autorità cinesi di Pechino per accompagnarli in 11 fattorie della bile collocate nella provincia di Saichuan. Sono così iniziate le negoziazioni per la ricerca di un nuovo accordo relativo alle fattorie e ad un maggiore impegno per il salvataggio degl orsi.

Nel Giugno 2000, a Pechino, Saichuan e Hong Kong , è stato firmato un accordo di cooperazione senza precedenti tra gli ufficiali cinesi ed AAF: grazie ad esso, viene sancita la liberazione di 500 orsi nella provincia di Saichuan con l’obiettivo finale di abolire la pratica delle fattorie della bile.


CINA
L’allevamento degli orsi in Cina è iniziato recentemente, nel 1980, quando degli scienziati cinesi adottarono una procedura sviluppata in Corea del Nord per estrarre la bile dagli orsi vivi. Si credeva che questo metodo avrebbe soddisfatto la richiesta locale di bile e ridotto il numero di orsi uccisi allo stato selvatico per la loro cistifellea e per altre parti del loro corpo. La situazione degenerò tristemente e all’inizio del 1990 si contavano ormai più di 400 allevamenti operativi, contenenti più di 10.000 orsi.

I piani prevedevano di far salire il numero degli orsi negli allevamenti, portandoli a 40.000 entro il 2000. Ma in seguito alla denuncia a livello internazionale di questa industria crudele e all’intervento di Jill, nel 1993, è stato concordato di ridurre il numero del 30%, nel tentativo di regolamentare una pratica la cui spirale era fuori controllo.

Le ultime cifre ufficiali affermano che nel 1999 c’erano 7002 orsi nei 247 allevamenti in tutta la Cina. Attualmente si contano 64 fattorie della bile, anche se il numero degli orsi imprigionati è rimasto più o meno lo stesso. In ogni caso, gli orsi sono ancora cacciati dai bracconieri per le loro cistifellee e, in alcuni casi, per rifornire illegalmente gli allevamenti. Ne sarebbe prova il fatto che il 20% degli orsi che arrivano al Centro di salvataggio di AAF, sono privi di arti.

La richiesta crescente di parti dei loro corpi e la perdita dell’habitat, ha causato la riduzione drastica della loro popolazione e si stima che ci siano solamente 16.000 orsi rimasti allo stato selvatico in Cina.

Da quando l’allevamento degli orsi è stato introdotto nel 1980, ci sono state delle “evoluzioni” nei metodi di allevamento e di estrazione della bile. Nuove regole sono state introdotte nel 1996 dal Governo Cinese, che ha proibito la pratica di impiantare cateteri di acciaio inossidabile e ha definito le dimensioni minime delle gabbie. In ogni caso, molti allevatori non sono stati finanziariamente in grado di adeguarsi alle nuove regole o deliberatamente le hanno ignorate.

Per effetto di queste nuove leggi, ora l’unico metodo legale di estrazione della bile è il “free-dripping” (letteralmente sgocciolamento-libero). Questo metodo implica un intervento chirurgico per creare un foro sempre aperto nell’addome, attraverso cui la bile gocciola fuori. Nonostante questa pratica venga presentata come “umana” e sembri esteticamente più gradevole dell’applicazione di un catetere di metallo, le verifiche fatte da Animals Asia e i pareri dei veterinari dimostrano che questa tecnica è disumana come e forse più dei vecchi metodi di estrazione e causa un’elevata mortalità negli allevamenti. Perfino in grandi allevamenti che hanno “adeguato” le dimensioni delle gabbie e che permettono agli orsi di accedere alle aree esterne, gli orsi continuano a soffrire e morire per il dolore inimmaginabile e per le infezioni causate dal metodo del “free-dripping”.

Una svolta importante si è avuta nel Luglio 2000, quando Animals Asia ha firmato un accordo con l’Associazione Cinese per la Tutela della Natura, una divisione dell’Amministrazione Forestale Statale. L’accordo prevedeva la liberazione di 500 orsi, la costruzione di centri di salvataggio, la riduzione del numero di allevamenti ed un miglioramento nella vita degli orsi che rimangono. Il trattato ha anche promosso l’uso delle erbe, abbondanti e non in via di estinzione, e le alternative sintetiche al posto della bile d’orso.

L’obiettivo più importante del nostro accordo con le autorità cinesi, chiaramente in prospettiva futura, è quello di eliminare le fattorie della bile.


VIETNAM
Purtroppo, le ricerche di Animals Asia hanno rivelato l’esistenza dell’allevamento degli orsi anche in Vietnam. In Vietnam rimangono meno di 100 Orsi Neri Asiatici allo stato brado, mentre tra i 2.000-5.000 sono tenuti in cattività negli allevamenti per vendere la loro bile per la medicina tradizionale. Diversamente dalla Cina dove gli orsi sono sfruttati per la loro bile, in Vietnam essi sono vittime di una varietà di altre crudeli procedure. Tutti sono imprigionati in gabbie – alcuni sottoposti ogni tre mesi a crudeli interventi chirurgici per rimuovere la bile dalle loro cistifellee, che lasciano ferite infette e agonizzanti e spesso portano alla morte dopo 3 o 4 operazioni. Altri Orsi hanno lunghi aghi conficcati nelle cistifellee, per pompare fuori la bile in una bottiglia di vetro. La continua perforazione della cistifellea spesso porta alla dispersione della bile e ad una morte lenta e dolorosa dovuta a peritonite.


COREA
In seguito alle proteste dell’opinione pubblica riguardo a tale crudeltà, l’allevamento di orsi è stato proibito dal governo Coreano, che ha dichiarato illegale l’estrazione di bile dagli orsi vivi nel 1992. La legge prevede che tutti i cateteri di acciaio inossidabile siano rimossi, ma la produzione continua nelle fattorie dove gli orsi sopra i 25 anni di età possono essere legalmente macellati e le loro cistifellee vendute.

Il resoconto dal Terzo Simposio Internazionale sul Commercio delle Parti di Orso indetto da TRAFFIC EAST ASIA (tenuto in Corea del Sud nel 1999) ha evidenziato che più di 1300 orsi – per la maggior parte Orsi Neri NordAmericani – rimangono in un “limbo” nei 108 allevamenti della Corea del Sud e che molti allevatori Coreani sperano che il commercio riprenda in futuro.

L’Orso Nero Asiatico (Moon Bear) una volta era molto diffuso in Corea, ma per effetto della elevata domanda di cistifellee, sono stati cacciati quasi fino all’estinzione. Fa riflettere che siano rimasti poco meno di 30 esemplari allo stato brado..

I Coreani sono tra i maggiori consumatori di cistifellee, bile d’orso e prodotti a base di bile d’orso e fa rifllettere l’esistenza di un mercato nero tra Corea e Cina, in particolare con i grandi allevamenti nella provincia di Jilin.
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