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Stadi dello sviluppo della coscienza

Ultimo Aggiornamento: 28/06/2009 11:04
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Gli stadi di sviluppo della coscienza



Il primo stadio per Neumann è quello in cui l’Io è contenuto nell’inconscio ed è quindi totalmente indifferenziato: lo chiama lo stadio uroborico.
L’individuo è totalmente contenuto e inconscio ed è nella stessa condizione in cui le cosmogonie paragonano l’universo prima della creazione (che rappresenta la separazione tra il cielo e la terra), ovvero della separazione tra il maschile e il femminile – conscio ed inconscio. Il simbolismo è quello del cerchio, simbolo dell’uovo cosmico in cui tutto è contenuto ma nulla può nascere se non subentra la luce o la coscienza. È lo stato paradisiaco di fusione.
La condizione uroborica in questo senso, è la dimensione naturale inconscia, che è anche l’aspetto del materno. È la fase simbiotica – fase pre-egoica – in cui il bambino psicologicamente è ancora contenuto nell’inconscio materno.
Da questo emerge pian piano un IO embrionale, piccolo, debole e fragile, dipendente dalla Grande Madre che contiene un aspetto costruttivo ed accogliente, ed uno distruttivo: in termini psicologici significa che appare la polarizzazione con una forte ambivalenza tra la tendenza alla differenziazione, che è una spinta progressiva verso l’esterno, ed una altrettanto forte spinta regressiva a restare in una situazione di contenimento psichico. A livello filogenetico questa fase viene considerata quella in cui, dalla primordiale incoscienza nell’uomo, emerge una fragile coscienza che però è ancora labile e piena di paure di disintegrazione.
La fase di sviluppo individuale segnato dall’archetipo della Grande Madre è stato uno degli elementi centrali della psicologia del profondo che ha attribuito alla relazione primaria con la madre un potere altamente costruttivo e distruttivo per la costruzione della personalità e del Sé. Neumann in particolare evidenzia il grande potere negativo di una relazione distruttiva con la madre. Egli dice: “La Grande Madre non è soltanto la Dea che decide della vita o della morte, o che determina uno sviluppo positivo o negativo; il suo atteggiamento è al tempo stesso un giudizio, una sentenza di alta corte. Nessuno sviluppo o razionalizzazione successiva può cancellare questa convinzione di una colpa primaria, poiché il disturbo del rapporto primario ha effettivamente leso l’individuo e lo ha portato ad uno sviluppo sbagliato che fornisce continuamente, a posteriori, ragioni sufficienti a giustificare il senso di colpa”.

Affinché l’Io possa sostenere il confronto con la Grande Madre archetipica deve formarsi una coscienza di Sé forte, in modo da poter scindere la situazione originaria di indifferenziazione in coppie di opposti. Qui avviene dunque un altro stadio: quello della separazione dei genitori del Mondo, processo attraverso cui vi è la scissione tra la parte conscia e quella inconscia. Qui viene superata la forte ambivalenza della fase precedente poiché quello che è buono viene separato da quello che è cattivo e l’IO si identifica con un solo lato di questa opposizione, mentre le altre polarità di opposti cadono automaticamente nell’inconscio, o nell’Ombra. L’Io qui inizia però a soffrire, perché vive anche il senso di colpa e il senso di divisione e di separazione.
Questa è la fase del Mito dell’Eroe in cui avviene una sostanziale trasformazione a livello psichico: l’Io diventa eroico e si assume la responsabilità di fare fronte allo strapotere dell’inconscio ed affermare la propria forza e la propria esistenza contro quelle forze regressive che tendono a sopraffarlo. Questa fase è importantissima nella costruzione della personalità di ogni singolo individuo. È la lotta con il Drago – simbolica uccisione della madre. Una prova che l’eroe deve superare contro le istanze regressive emotive ed istintive che tentano di impedire l’accesso al “tesoro”.
Nella teoria d Neumann esistono tre tipi di eroi: quello estroverso che tende all’azione che cambia il mondo; quello introverso che è un portatore di cultura. Entrambi questi eroi agiscono creativamente per la conquista del nuovo che giungerà quando l’eroe avrà recuperato la propria parte femminile (principessa) finalmente liberata. Il terzo tipo di eroe non ha come fine di cambiare il mondo, ma è proiettato al cambiamento di sé stesso. Neumann sostiene che anche in questo modo l’eroe compie un gesto importante per l’umanità.
Lo stadio successivo è quello dell’uccisione del padre e questo permette all’eroe di rappresentare la sua nuova coscienza: sostituisce cioè il vecchio ordine, la vecchia legge con la nuova legge. Questo stadio rappresenta, soprattutto nel mondo patriarcale, l’unica possibilità per l’emergere dei nuovi valori. Senza questa fase l’eroe non può prendere contatto con le proprie forze creative e con la propria duplice natura (materiale e spirituale).
È chiaro che questo duplice confronto, prima con la madre e poi con il padre, è archetipico e rappresenta l’incontro con forze transpersonali, ed è proprio questo che porta l’IO alla nascita della responsabilità e delle sue istanze.
L’Eroe è per Neumann una figura esemplare poiché nel suo comportamento, nelle sue lotte e traversie egli interpreta ciò che ogni singolo individuo dovrà vivere.
www.convivioastrologico.it/psicologia/erich_neumann.htm
Potranno fermarne uno ma non potranno fermarci tutti!
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