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Mi si è ridotta la Betelgeuse!

Ultimo Aggiornamento: 15/06/2009 11:46
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Di Pierluigi Panunzi
La stella rossa gigante Betelgeuse, che come noto si trova nella costellazione di Orione, si è ristretta di dimensioni negli ultimi 15 anni e gli astronomi non sanno ancora spiegarne il motivo.



Ma prima di analizzare cosa è successo a Betelgeuse, vediamo un po’ di teoria…

Le stelle giganti, quando si avvicinano alla conclusione della loro vita, possono espandersi, crescere fino a 100 volte la loro ampiezza originale, prima di esplodere come supernova, oppure (come suggerito da uno studio) sprofondare, restringersi, prima di formare un buco nero, senza dar luogo ad esplosioni violente.

Betelgeuse, una delle 10 stelle più luminose del cielo, è molto nota fra gli amanti dell’Astronomia ed è stata la prima stella di cui è stata misurata l’ampiezza e ancor oggi si conta appena in una manciata il numero di stelle che appaiono come un disco piuttosto che un punto di luce con l’Hubble Space Telescope (ndr: almeno non otticamente ma dopo aver processato un bel po’ i dati forniti dal telescopio).

La nuova scoperta riguardante questa stella, presentata in questi giorni ad una riunione dell’American Astronomical Society di Pasadena, in California, è basata sui dati raccolti dall’interferometro spaziale infrarosso di Berkeley (ISI, Infrared Spatial Interferometer), situato sulla cima del Monte Wilson nella California meridionale.

Nel 1993, le misurazioni avevano posto il raggio di Betelgeuse a circa 5.5 unità astronomiche (UA), dove 1 UA è la distanza media Terra-Sole (circa 150 milioni di Km). (ndr Pensate: se fosse al posto del Sole, Betelgeuse avrebbe un raggio che ingloberebbe tranquillamente l’orbita di Giove!) Da allora, dunque, ha ristretto il suo raggio del 15 per cento: ciò significa che il raggio della stella si è contratto di una quantità pari alla distanza di Venere dal Sole. (ndr, per capire meglio forse è meglio un disegno -figura in basso- , dove vediamo le distanze medie dal Sole, in UA, dei pianeti fino a Giove e in rosso i raggi di Betelgeuse nel 1993 ed oggi)



“(ndr: Nonostante la sua ampiezza) è molto difficile osservare questo cambiamento” dice Charles Townes, un professore emerito di fisica a Berkeley. “Lo controlleremo con attenzione nel corso dei prossimi anni, per vedere se continua a contrarsi o se ritornerà al vecchio valore.”

Townes ha vinto il premio Nobel per la fisica nel 1964 per l’invenzione del laser e del maser, il laser a microonde e lo vediamo nella foro a fianco mentre pulisce uno dei tre specchi (da 1.65m) dell’ISI. (ndr: Carlé se ti serve uno che asciughi lo specchio, anche con l’olio di gomito, chiamami, che io abbandono tutto e vengo di volata!)

“Nonostante la stella si stia restringendo, la sua luminosità non è diminuita significativamente in questi 15 anni: ma comunque non sappiamo perché la stella si sta restringendo,” dice Edward Wishnow, un ricercatore presso il Laboratorio di Scienze dello Spazio di Berkeley. “Se pensiamo a quanto sappiamo delle galassie e dell’universo lontano, ci sono ancora parecchie cose che non conosciamo sulle stelle vicine, compreso quello che accade alle giganti rosse all’approssimarsi del termine delle loro vite.”

Townes, che compirà 94 anni a luglio, ha deciso di continuare a controllare Betelgeuse, nella speranza di individuare un andamento certo nel cambiamento del diametro e ha pianificato di migliorare le capacità dell’ISI aggiungendo uno spettrometro all’interferometro. (ndr: se ti serve qualcuno per avvitare viti e bulloni, vale lo stesso di prima! Chiamami che mi scapicollo!)

E aggiunge: “Ogni volta che si esaminano le cose con più precisione, si incontrano alcune sorprese e si scoprono nuove cose fondamentali e molto importanti.”

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