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Peter Kolosimo, sognatore patafisico

Ultimo Aggiornamento: 18/01/2009 19:55
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La Patafisica
Come Don Chisciotte, si costruì nel corso degli anni una biblioteca assolutamente sui generis e plasmò con logica inverosimiglianza teorie di fantarcheologia di cui rivestì il nostro lacunoso passato e che espose in best-sellers mondiali. Peter Kolosimo fu soprattutto un grande sognatore, quasi uno scrittore di fantascienza.


Peter Kolosimo

Se vi piace sognare, sognate.

Polvere d'inferno



Dobbiamo immaginare, poichè la Storia in questo tace, degli uomini a cena. Studiosi di archeologia, di misteri ancestrali, esperti d'esoterismo, accaniti divorati di documenti dimenticati dalle scienze ufficiali (almeno, a loro dire), allineatori di impossibilità e comparatori di mitologie, stanno commentando un passo del tecnografo groenlandese Knud Rasmussen relativo a certe leggende eschimesi. Intorno a loro, riproduzioni di statuette bizzarre che sembrano opera da un Karel Thole maya, etrusco o atlantideo, proiettano sulle pareti ombre lunghe.

" Gli uomini non conoscevano il sole. Vivevano nell'oscurità, il giorno non sorgeva mai. Soltanto nelle case avevano la luce. Bruciavano acqua nelle loro lampade, perchè a quel tempo l'acqua poteva bruciare. Ma la gente, che non sapeva come morire, diventava troppa: aveva sovraffollato la Terra, e allora venne un grande diluvio. Molti annegarono, e allora vi fu meno gente. Sulle cime delle montagne, dove spesso noi troviamo mitili, vediamo le tracce di questo diluvio."

Uno dei commensali è Robert Charroux, esploratore e archeologo dalle idee piuttosto anticonvenzionali. Con un buon sorriso, sempre a metà tra realtà e sogno scientifico, commenta:

— Supponiamo di essere a bordo di un'astronave lanciata nello spazio. Il giorno, fuori, non sorgerebbe mai, solo nella nostra "casa" avremmo la luce. E il combustibile? Nell'idea di un primitivo potrebbe essere soltanto "acqua che brucia".

— Ma questa è pura science fiction! — replica uno.

— Sicuro — ribatte il sorridente Charroux. — Ma provate voi a trovare un'altra versione.

Peter Kolosimo (1922-1984) riporta queste memorie nel suo Fiori di Luna. Ecco il suo commento alle parole di Charroux: "Non la trovammo, e ad ognuno di noi non rimase che fantasticare su remotissimi ricordi di viaggi spaziali giunti agli eschimesi, ovviamente deformati, attraverso chissà quante generazioni."

Fu davvero un grande sognatore, Peter Kolosimo. Come Don Chisciotte, si costruì nel corso degli anni una biblioteca assolutamente sui generis e plasmò con logica inverosimiglianza teorie di fantarcheologia di cui rivestì il nostro lacunoso passato e che espose in best-sellers mondiali. Ebbe legioni di imitatori più o meno sinceri, spesso interessati solo a sfruttare la strada milionaria tracciata dal nostro prototipo di investigatore dell'impossibile. Non è scopo di questo articolo indagare sulla sincerità di Kolosimo né sulla validità delle sue proposte, ma i suoi libri trasudano passione e amore per il mistero, per la favola, per la fantascienza, per l'avventura: in una parola che le condensa tutte, per il sogno. Fu un Jules Verne che decise di scrivere saggi invece che romanzi, e i suoi libri ci paiono difatti, in ultima analisi, romanzi in forma di saggio. E in quest'ottica costituiscono una lettura divertente, interessante, persino entusiasmante. E', come al solito, una pura faccenda di sospensione dell'incredulità o della giusta chiave di lettura.

Bibliografia (incompleta)

Il pianeta sconosciuto, SEI, Torino - 1959
Terra senza tempo, SugarCo, Milano - 1964
Ombre sulle stelle, SugarCo, Milano - 1966
Non è terrestre, SugarCo, Milano - 1968
Astronavi sulla preistoria, SugarCo, Milano - 1972
Odissea stellare, SugarCo, Milano - 1974
Guida al mondo dei sogni, Rizzoli, Milano - 1974
Fratelli dell'infinito, SugarCo, Milano - 1975
Polvere d'inferno, SugarCo, Milano - 1975
Italia mistero cosmico, SugarCo, Milano - 1978
Civiltà del mistero, Salani, Firenze - 1978
Fiori di luna, SugarCo, Milano - 1979
Viaggiatori del tempo, SugarCo, Milano - 1981
I misteri dell'universo (con Caterina Kolosimo), Mondadori, Milano - 1982
www.fantascienza.com/magazine/speciali/6391
Potranno fermarne uno ma non potranno fermarci tutti!
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Cos'è la patafisica?
La patafisica, termine coniato dallo scrittore e drammaturgo francese Alfred Jarry, fu definita "la scienza delle soluzioni immaginarie e delle leggi che regolano le eccezioni". La patafisica è la pratica delle eccezioni alle teorie e di tutti i metodi della moderna e passata scienza, spesso è espressa con un linguaggio apparentemente nonsense. La patafisica ha le sue regole che inglobano tutte le possibilità immaginifiche possibili. Negli intenti di Jarry, era una maniera personale ed anarchica per spiegare l'assurdità dell'esistenza e la sua infondabilità

Genesi della patafisica
l termine patafisica fu introdotto da Jarry per parodiare il proprio insegnante di fisica del liceo che, a suo dire, compendiava in se stesso «tutto quanto di grottesco c'è nell'universo». Ma il termine e l'atteggiamento intellettuale che con lui si è delineato ha avuto, soprattutto in Francia ulteriori e approfonditi sviluppi.

Jarry la espose dapprima nell'articolo Être et Vivre del 1894 e poi, in maniera più completa, in un saggio postumo dal titolo Gestes & Opinions du Docteur Faustroll pataphysicien. Roman néo-scientifique (Gesta e opinioni del Dottor Faustroll patafisico. Romanzo neo-scientifico), che vide la pubblicazione nel 1911. Secondo la definizione di Jarry, la patafisica è:
« La patafisica è la scienza delle soluzioni immaginarie, che accorda simbolicamente ai lineamenti le proprietà degli oggetti descritti per la loro virtualità. »

(Alfred Jarry, Gestes & Opinions du Docteur Faustroll pataphysicien. Roman néo-scientifique, libro II Elementi di Patafisica, par. VIII: Definizione.)

Jarry specifica inoltre la differenza sostanziale nella grafia della filosofia proposta 'patafisica che dividerebbe con l'apostrofo davanti il termine, una patafisica cosciente da quella incosciente. Secondo il drammaturgo, l'inventore e primo docente della filosofia sarebbe il Dottor Faustroll, un personaggio di sua invenzione, che avrebbe calcolato la superficie di Dio (che corrisponderebbe al punto tangente di zero e dell'infinito).

La patafisica, contrariamente alle altre scienze, non si occupa delle regole, ma piuttosto delle eccezioni: Jarry infatti, nel tentativo di criticare il nonsense del quotidiano, specifica di come sia sciocco decifrare in modo univoco un fenomeno quando ne esistono altre interpretazioni. Ad esempio, un orologio da polso viene solitamente ritratto come di forma tonda quando, visto lateralmente, esso non è tondo ma rettangolare e schiacciato: tramite tali esempi, Jarry conduce i principi della patafisica oltre la metafisica. La patafisica, partendo dalla fisica e passando dalla metafisica è l'ultimo anello che chiude e collega tutte le filosofie possibili. Enrico Baj descrive accuratamente la patafisica nel suo testo "Che cos'è la patafisica?", quale scienza che si occupa in riferimento agli oggetti della loro virtualità.

Dall'11 maggio 1948 data della prima disoccultazione, esiste a Parigi, un Collegio di patafisica (il Collège de Pataphysique), avviato da alte personalità intellettuali come Raymond Queneau,da quel momento lentamente in tutto il mondo fino ad oggi sono stati avviati istituti, dipartimenti ed emanazioni varie sullo studio di questa nuova e necessaria scienza. Uno dei primi istituti italiani tra i tanti nati negli ultimi anni è L'Istituto 'Patafisico Mediolanense, fondato nel 1963 da Enrico Baj insieme ad altre personalità artistiche e intellettuali del tempo. Oggi Esistono emanazioni del Collège francese in tutta Italia come l'Istituto 'Patafisico Vitellianense, l'Istituto 'Patafisico Partenopeo. Nel mondo, a Londra, nel 2000 è stato fondato l'Istituto londinese di patafisica (il London Institute of Pataphysics) e negli ultimi anni: L'istututo 'patafisico di Santiago del Chile, L'istituto 'patafisico di Buoenos Aires, il Decollage de 'Pataphysique di San Paolo in Brasile.

Alcuni autori francesi si sono autodefiniti come epigoni della scuola patafisica: tra questi ci sono Boris Vian, Raymond Queneau, Jean Genet e Jean Ferry; anche molti surrealisti si sono ispirati alla sua opera. In particolare, da una "sottocommissione" del Collegio nasce, fondato dallo stesso Queneau e da François Le Lionnais, il 24 novembre 1960 l'Oulipo (Ouvroir de littérature potentielle).

Il termine patafisica compare per la prima volta nell'opera teatrale di Jarry "Ubu cornuto", il cui protagonista è appunto Ubu re, personaggio meschino, crudele e repellente, ma viene rivelata pienamente nell'opera "Gesta e Opinioni del Dottor Faustroll, 'Patafisico".
Assiomi della patafisica
Breve esposizione degli assiomi fondamentali della patafisica:

* La patafisica non è una negazione che aspira a divenire una nuova affermazione.
* Non pretende di salvare il prossimo riformandolo.
* È didattica, ma non pedagogica.
* Ha un metodo ma non ha un fine.
* È monolitica e libertaria, ritualistica e scanzonata, profetica e anti-messianica.
* Pone sullo stesso piano di equivalenza l'infinitamente grande e l'infinitamente piccolo.
* Non crede nel valore assoluto delle contrapposizioni convenzionali: bello e brutto, spirito e materia, bene e male, vita e morte, bianco e nero ecc.; eppure le comprende tutte.
* Non persegue alcuna costruzione chiusa, con pretese totalitarie e definitive, bensì un continuo accrescimento, ed una continua riclassificazione, su basi logiche, dei dati forniti incessantemente dall'esperienza.
* Non contiene: alcun dogma o limitazione, intolleranza o fine ultimo o riduzionismo, né alcuna formula pretenziosamente definitiva, sintetica e globale.
* Se anche una verità unica, una verità superiore, una verità chiave esistessero, e se anche esse fossero riconducibili ad un dio, esse non potrebbero restare che indeterminate, suprema e irraggiungibile meta verso la quale si muoverebbe incessantemente - appunto, patafisicamente - una pluralità, continuamente accresciuta, risistemata e risistemabile di simboli dal significato frammentario, provvisorio, e solo parzialmente accessibile.
* Poiché non esistono differenze categoriche essenziali e definitive le categorie sono delle classificazioni artificiose che generano delle differenze convenzionali, artificiali, e niente affatto essenziali.
* Quesito della patafisica: anche se il principio di indeterminazione non fosse valido per la storia e per i fatti, esso sarebbe pur sempre valido per il modo di conoscerli e di interpretarli?
I simboli della patafisica
Nella maggior parte dei casi, l'influenza patafisica (di un evento, una rappresentazione artistica o di un'associazione tra persone) è resa manifesta attraverso riferimenti iconografici precisi. Tra i più comuni vi sono senza dubbio:

* La Giduglia (vorticosa spirale che rappresenta la pancia di Padre Ubu, detta anche Cornoventre)
* La Candela Verde
* L'Asse (il vascello utilizzato dal Dottor Faustroll)
* Padre Ubu, nelle svariate rappresentazioni grafiche dello stesso Jarry

Esiste anche un Calendario Patafisico, detto Perpetuo, che non subisce variazioni bisestili e nel quale il capodanno corrisponde all'8 settembre dell'era volgare (data di nascita di Jarry). Consta di tredici mesi chiamati così nell'ordine: Absolu, Haha, As, Sable, Decervelage, Gueules, Pédale, Clinamen, Palotin, Merdre, Gidouille, Tatane, Phalle.

Il Calendario Patafisico Perpetuo, compilato presso il Collegio Patafisco Francese (Calendrier Pataphysique Perpétuel) scandisce il tempo di tutti gli istituti, i circoli e gli ordini patafisici del mondo.

it.wikipedia.org/wiki/Patafisica
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